giovedì 2 febbraio 2012

La tragedia teatrale: perché in educazione?

Aristotele affermava l'importanza della TRAGEDIA nell'intervenire in "aiuto" dell'individuo qualora avesse fallito nel suo comportamento virtuoso.
Qual è la forza dell'elemento tragico?
Si tratta di una funzione/effetto catartico, ovvero di rimozione, eliminazione e purificazione dell'hamartia, ovvero della colpa, dell'errore e del difetto negativo condannato dall'ethos sociale. 
In altri termini e in sintesi, ecco la struttura della tragedia ("Sistema tragico e coercitivo") proposta da Aristotele:
1- la tragedia inizia e lo spettatore instaura un legame di empatia col protagonista/eroe tragico;
2- l'eroe svela un proprio errore/colpa/hamartia, condannato dalla società e che l'ha condotto alla più elevata felicità. Grazie al legame di empatia, anche lo spettatore riconosce una propria colpa/errore;
3- ad un tratto il protagonista dalla fortuna cade nella più totale sfortuna a causa di una peripezia e diviene consapevole del proprio errore attraverso l'elemento dell'anagnorisis: analogamente, anche lo spettatore riconosce il carattere negativo del proprio errore;
4- si determina la catastrofe ( la morte del protagonista o di persone per lui fondamentali), con lo scopo di far riflettere il protagonista, ma soprattutto lo spettatore, delle conseguenze del proprio errore.
A questo punto... Si determina la purificazione dal proprio errore, la CATARSI.

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